Il processo di lavorazione di PCR e PIR

Dal riciclo alla produzione: come i materiali sostenibili prendono nuova vita

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La crescente attenzione verso la sostenibilità ambientale ha spinto molte industrie a focalizzarsi su soluzioni che consentano di ridurre l’impatto ambientale dei processi produttivi. Tra queste, la lavorazione di materiali PCR (Post-Consumer Recycled) e PIR (Post-Industrial Recycled) rappresenta un pilastro fondamentale nella transizione verso un’economia circolare. Questi materiali riciclati giocano un ruolo cruciale nel ridurre la dipendenza dalle materie prime vergini, abbattendo al contempo le emissioni di CO2 e minimizzando i rifiuti. 

Ma come avviene il processo di lavorazione di PCR e PIR? Scopriamolo insieme in questo articolo dettagliato.

Che cosa sono PCR e PIR?

Prima di addentrarci nei processi di lavorazione, è importante capire cosa si intende per PCR e PIR:

  • PCR (Post-Consumer Recycled): si riferisce ai materiali riciclati provenienti dai prodotti giunti alla fine del loro ciclo di vita e raccolti dai consumatori. Esempi comuni includono bottiglie di plastica, imballaggi, contenitori e altri rifiuti domestici.
  • PIR (Post-Industrial Recycled): si tratta di materiali di scarto generati direttamente nei processi industriali, prima che i prodotti arrivino al consumatore finale. Questi scarti sono recuperati e reintrodotti nel ciclo produttivo, riducendo gli sprechi.

Entrambi i materiali hanno il potenziale di ridurre significativamente l’impatto ambientale, ma il loro trattamento e la loro lavorazione richiedono passaggi specifici e tecnologie avanzate (ne abbiamo parlato più approfonditamente qui!).

Processo di lavorazione dei materiali PCR

La lavorazione dei materiali PCR è complessa e implica diverse fasi.
Vediamo i passaggi principali:

  1. FASE 1 – Raccolta e selezione dei materiali: La prima fase del processo è la raccolta dei materiali post-consumo. Questo avviene tramite sistemi di raccolta differenziata, dove i rifiuti vengono separati alla fonte. Successivamente, i materiali raccolti vengono inviati a centri di selezione, dove vengono separati per tipo, colore e qualità. La selezione avviene spesso con l’ausilio di macchinari automatizzati, come sensori ottici e nastri trasportatori.
  1. FASE 2 – Lavaggio e pulizia: Una volta selezionati, i materiali vengono sottoposti a un processo di lavaggio intensivo per rimuovere residui di contaminanti, come colla, etichette, residui alimentari e altri inquinanti. Questa fase è cruciale per garantire la purezza del materiale riciclato.
  1. FASE 3 – Macinazione e granulazione: Dopo la pulizia, i materiali vengono triturati in piccoli frammenti tramite macinatori industriali. Questi frammenti vengono poi sottoposti a un processo di granulazione, trasformandoli in pellet di plastica riciclata. I pellet rappresentano la forma più adatta per essere reintegrati nei processi produttivi.
  1. FASE 4 – Estrusione e trasformazione: I pellet ottenuti vengono utilizzati nei processi di estrusione, stampaggio a iniezione o soffiaggio per la produzione di nuovi prodotti in plastica. Ad esempio, bottiglie di plastica riciclate possono essere trasformate in nuove bottiglie, imballaggi o tessuti.
  1. FASE 5 – Controllo qualità: Durante l’intero processo, vengono effettuati controlli rigorosi per assicurare che il materiale riciclato rispetti gli standard qualitativi richiesti dalle normative e dalle aziende utilizzatrici. Questo include test di resistenza, purezza e compatibilità con le applicazioni finali.

Processo di lavorazione dei materiali PIR

La lavorazione dei materiali PIR, pur essendo simile a quella dei PCR, presenta alcune differenze chiave dovute alla natura dei materiali e al contesto industriale. I materiali PIR sono generalmente meno contaminati rispetto ai PCR, poiché non hanno attraversato l’intero ciclo di consumo. Vediamo le principali fasi:

  1. FASE 1 – Raccolta degli scarti industriali: Gli scarti industriali vengono raccolti direttamente presso le fabbriche o gli stabilimenti di produzione. Questi scarti includono ritagli, residui di produzione e materiali difettosi.
  1. FASE 2 – Selezione e controllo dei materiali: I materiali PIR vengono selezionati in base al tipo e alla qualità. Poiché derivano da processi produttivi controllati, questi scarti sono spesso già omogenei e richiedono una selezione meno complessa rispetto ai materiali post-consumo.
  1. FASE 3 – Macinazione e riciclo: Analogamente al processo PCR, gli scarti vengono triturati e ridotti in piccoli frammenti. La macinazione avviene in modo preciso per garantire la dimensione e la forma adatte alla fase successiva.
  1. FASE 4 – Reintegro nel processo produttivo: I frammenti ottenuti vengono reintrodotti direttamente nei processi di produzione, come l’estrusione e lo stampaggio. I materiali PIR possono essere facilmente mescolati con materie prime vergini per creare nuovi prodotti.
  1. FASE 5 – Ottimizzazione e controllo qualità: Anche nel caso dei PIR, viene effettuato un rigoroso controllo qualità per assicurare che i materiali riciclati soddisfino gli standard richiesti. In molti casi, i materiali PIR possono avere caratteristiche meccaniche superiori rispetto ai PCR, grazie alla minore degradazione.

Vantaggi dell’uso di materiali PCR e PIR

L’utilizzo di materiali PCR e PIR offre numerosi vantaggi ambientali ed economici, tra cui:

  • Riduzione dei rifiuti: si limita l’accumulo di rifiuti in discarica e negli ecosistemi naturali.
  • Risparmio di risorse: si riduce la necessità di materie prime vergini, come petrolio e altre risorse naturali.
  • Minori emissioni di CO2: il riciclo comporta un consumo energetico inferiore rispetto alla produzione di materiali vergini.
  • Risparmio economico: le aziende possono ridurre i costi legati all’acquisto di nuove materie prime.

In futuro, l’innovazione tecnologica e l’adozione di politiche incentivanti potrebbero migliorare ulteriormente l’efficienza del processo di lavorazione di PCR e PIR, rendendoli ancora più sostenibili e accessibili.

La lavorazione di materiali PCR e PIR rappresenta un tassello fondamentale nella transizione verso un’economia circolare e sostenibile. Comprendere i processi e le sfide legate al loro utilizzo è essenziale per adottare pratiche industriali più responsabili. Con l’evoluzione delle tecnologie e l’impegno di consumatori e aziende, i materiali PCR e PIR possono diventare protagonisti nella riduzione dell’impatto ambientale e nella costruzione di un futuro più verde e sostenibile.

Termoplastica Sghedoni ha ottenuto il Certificato di conformità alla normativa Europea EN 15343 ed è in grado di garantire le percentuali di materiale riciclato contenute nei propri prodotti, sia che si tratti di PCR che di PIR,  rendendo il proprio Stretch Hood ed il proprio Film Termoretraibile idonei all’esportazione in Paesi che esigono questa certificazione da parte di enti terzi accreditati.

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